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Cappella
Park Hotel Villa Grazioli

Una lapide, all’interno della piccola cappella della villa, riporta il testo di una lettera di papa Gregorio XIII, datata 1580: “Il nostro diletto figlio Antonio Carafa, Cardinale diacono di S. Maria in Via Lata, richiamato a riprendersi dalle fatiche che assiduamente sostiene a vantaggio della comune religione, si è costruito una Villa nell’agro tuscolano e avendo in animo non tanto di abbandonarsi agli agi, quanto piuttosto attingere, nella tranquillità, ai celesti nutrimenti di spirito, vi ha eretto una cappella dedicata a S. Giovanni battista…etc.”

Così come Lucullo e Catone nel I secolo a.C., Antonio Carafa scelse di costruirsi una colla sui colli del Tuscolo per quel clima così mite e quell’atmosfera di pace che tutto pervade, oggi come allora.

Un luogo dove ritemprarsi l’animo, lontano dalle frenetiche attività cittadine.
Alla morte di A. Carafa, la villa passò in eredità al Cardinale Ottavio Acquaviva D’Aragona, Altra figura di rilievo nella storia della villa, perché commissionò gran parte della decorazione pittorica che riempie di vita e di colori i soffitti dei saloni al piano nobile.
Purtroppo non conosciamo con certezza l’identità del pittore che ideò questi dipinti intorno al 1605.

Antichi documenti menzionano nomi di grandi artisti come Domenichino, ma la critica più recente smentisce queste attribuzioni. La scelta dei colori e le caratteristiche stilistiche d’insieme suggerirebbero piuttosto il nome di Agostino Ciampelli, un pittore fiorentino formatosi alla bottega di Santi di Tito.

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